Noi
deputati del MoVimento, calabresi e non solo, abbiamo presentato
un'interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e dell'Ambiente,
che mira alla sospensione della procedura amministrativa, in attesa del
parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, per il
rigassificatore di Gioia Tauro.
Lo
pretendiamo a tutti i costi, stavolta per le vie parlamentari. Noi
parlamentari avevamo partecipato nelle scorse settimane a un incontro al
ministero dello Sviluppo economico, sottolineando l'esigenza di
sicurezza e salubrita' dei territori. In quella sede abbiamo insistito
sul fatto che 'il Consiglio superiore dei lavori pubblici deve avere, in
quanto organo terzo, l'ultima parola', nonostante che il parere in
questione sia stato reso eventuale con il Decreto Sviluppo 2012. Secondo
noi cittadini, che stiamo lavorando uniti con i comitati della Piana di
Gioia Tauro e con le tante associazioni in campo, il progetto del
rigassificatore non fornisce garanzie di sicurezza.
Grazie all'approfondimento dei comitati civici sono emersi una serie di punti molto critici, a partire dalla mancanza della valutazione ambientale strategica e di una polizza fideiussoria che garantisca l'impegno della societa' Lng. "Per quanto abbiamo ricostruito, si tratta di un'opera inutile che procurerebbe danni all'ecosistema e non darebbe quell'occupazione e quello sbocco industriale promessi sulle carte". Sottolineamo, poi, che "la richiesta di referendum presentata dal Comitato di San Ferdinando fu rigettata sulla base di un presupposto sbagliato, sicche' la popolazione non fu effettivamente sentita.
Grazie all'approfondimento dei comitati civici sono emersi una serie di punti molto critici, a partire dalla mancanza della valutazione ambientale strategica e di una polizza fideiussoria che garantisca l'impegno della societa' Lng. "Per quanto abbiamo ricostruito, si tratta di un'opera inutile che procurerebbe danni all'ecosistema e non darebbe quell'occupazione e quello sbocco industriale promessi sulle carte". Sottolineamo, poi, che "la richiesta di referendum presentata dal Comitato di San Ferdinando fu rigettata sulla base di un presupposto sbagliato, sicche' la popolazione non fu effettivamente sentita.
Nell'interrogazione,
oltre alla sospensione della procedura amministrativa fino al
pronunciamento del Consiglio superiore dei lavori pubblici, chiediamo ai
ministri dello Sviluppo e dell'Ambiente se non ritengano "necessaria
una consultazione delle popolazioni interessate, finora esclusa per il
Comune di San Ferdinando" e chiediamo loro di rispondere sulla mancanza
di "garanzie fideiussorie previste dall'art. 18 punto 6 della Legge
84/94", di riferire sull'assenza, all'atto della concessione demaniale,
"di certificazione antimafia", questo proprio "in un territorio a forte
condizionamento come la Calabria". "Continueremo con gli interventi
parlamentari, al di la' delle sigle politiche, e lavoreremo per
mantenere l'unita', necessaria, del fronte del no".
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