
Le misure previste dalla risoluzione non si fermano
alla riparazione dei danni causati dal maltempo. L’obiettivo, infatti, è quello
di prevenire ulteriori devastazioni future per cittadini e gli agricoltori. Il
Governo dovrà adottare specifiche misure volte a prevenire l'ampliarsi di danni
in caso di eventi calamitosi attraverso la messa in sicurezza del territorio
rurale a rischio idrogeologico, prime tra tutte quelle necessarie a fermare il
dissennato consumo di suolo preservando i terreni a destinazione agricola. Ogni
giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da
calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento. Per questo,
è necessario predisporre un articolato piano di gestione del rischio agricolo
contro le avversità atmosferiche, al fine di stabilizzare il reddito delle
aziende agricole e di sfruttare pienamente le misure previste nel nuovo
regolamento sullo sviluppo rurale 2014-2020. La dimensione del rischio è
ovunque preoccupante se si considera che nell'82% dei comuni italiani sono
presenti aree a rischio idrogeologico per frane o alluvioni, con le aree ad
alta criticità geologica che si estendono per una superficie pari al 9,8% del
territorio nazionale. Il risultato è che in Italia oltre 5 milioni di cittadini
si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni .
L’attuale errato modello di sviluppo ha tagliato del 15% le campagne e fatto
perdere negli ultimi venti anni diversi milioni di ettari di terra coltivata. L’agricoltura
è una tra le poche attività economiche in grado di garantire sviluppo e di
tutelare il territorio, bisogna permetterle di tornare a svolgere la secolare
funzione di presidio e custodia del territorio, impedendo la sottrazione di
superfici fertili ed il conseguente spopolamento delle aree rurali marginali.
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