#NoCarbone in Calabria, 104 deputati del M5S chiedono al governo di fermare la centrale a carbone di Saline Joniche (RC)
Seconda interrogazione parlamentare promossa dalla portavoce Dalila Nesci sulla centrale a carbone che la società Sei vuole costruire a Saline Joniche (Reggio Calabria) e senza il socio Repower, uscito con il referendum del cantone svizzero dei Grigioni, proprietario dell’azienda. Con Dalila Nesci ha firmato tutto il gruppo Cinque Stelle della Camera, che conta 104 deputati, tra cui noi calabresi (io, Federica Dieni e Sebastiano Barbanti). È la prima volta che una forza politica dimostra tanta compattezza su un atto di sindacato ispettivo alla Camera! Nei giorni scorsi Sei ha richiesto ai comuni della zona la pubblicazione di un avviso per gli interventi e gli espropri, nonostante sull’opera manchi l’accordo fra Stato e Regione Calabria, che si è sempre detta contraria all’impianto. In questa seconda interrogazione sulla centrale di Saline Joniche, dopo aver chiesto chi sarà il sostituto di Repower, abbiamo domandato al presidente del Consiglio e ai ministri di Sviluppo economico, Ambiente, Affari regionali, Interno e Beni culturali «quali iniziative, nell’ambito delle rispettive competenze, intendano adottare circa la mancata intesa fra Stato e regione» e se ritengono superato il problema burocratico. Abbiamo poi chiesto ai ministri interrogati «quali iniziative, anche eventualmente di carattere ispettivo, intendano promuovere in ordine» all’avviso che Sei ha richiesto ai comuni del territorio reggino interessato e se, «successivamente all’interrogazione n. 4/00312 di cui in premessa, si siano manifestati interessi di ‘ndrangheta sul progetto in argomento».
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