Elenchiamo alcuni sprechi milionari in Calabria

500 mila euro in viaggi di lusso, cene sontuose, lap dance ma anche detersivi per il bucato di casa, manutenzione dell’auto privata, cambio gomme, olio, spazzole per tergicristalli, ecc.
30 mila euro di cravatte
96 mila euro all’anno per una sede di promozione della Calabria a Milano
230 mila euro per acquistare dalla Provincia di Reggio Calabria un terreno di ben altro proprietario su cui edificare l’ospedale della Piana di Gioia Tauro
40 milioni di euro regalati ad aziende che dovevano assumere dipendenti e non l’hanno fatto
40 milioni di euro regalati all’Università di Catanzaro non finanziandone l’ospedale sulla base delle prestazioni
15 milioni di euro regalati a dirigenti politicamente vicini, consulenze a figli di potenti e lavori che sarebbero stati affidati a esponenti di ‘ndrangheta, leggi per favorire parenti e simpatizzanti.

Questo e altro ancora è stato il sistema di potere calabrese che si ripresenta alle elezioni regionali il 23 novembre, senza novità e senza discontinuità.

In Calabria a nulla sono serviti gli scandali nazionali sull’uso privato del denaro pubblico. La politica ha fatto come ha voluto e si prepara a proseguire con più arroganza. La Calabria è la prima emergenza dell’Italia, che il federalismo introdotto nella Costituzione non consente di controllare a modo. Il rischio del dissesto della Regione è concretissimo. Soltanto un governo regionale volto al servizio pubblico può impedire il tracollo e recuperare i servizi, dalla sanità alla gestione dei rifiuti.

Gli elettori avranno stavolta il ruolo più importante, consapevoli delle porcherie commesse dalle parti politiche e della tremenda eredità che queste hanno lasciato alla prossima giunta regionale.

#CalabriaPUOI

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