L'ultimo spot di McDonald's contiene una serie di informazioni distorte che vanno corrette per non indurre in errore i consumatori che hanno buone abitudini alimentari, questo è quanto ho scritto in un'interrogazione al Ministero dello sviluppo economico e al Ministro della Salute per far luce su questa nuova pubblicità del colosso americano.
Nel video di 20 secondi si vede il cameriere di una pizzeria che chiede a una giovane coppia con bambino che tipo di cosa vogliano ordinare. Mentre mamma e papà appaiono indecisi, la richiesta è girata al piccolo che senza pensarci urla: "Happy Meal". Dopo questa risposta la scena cambia, e la famiglia festeggia la scelta; il bambino in pizzeria che nello spot di McDonald's chiede un Happy Meal è scorretto perché discredita la categoria dei pizzaioli, induce in errore sulle corrette abitudini alimentari dei bambini, abusa dei naturali sentimenti dei genitori verso i figli, e gioca sulla naturale credulità e mancanza di esperienza dei piccoli in materia alimentare.
La pubblicità televisiva influenza moltissimo i bimbi nelle preferenze alimentari, non solo come consumatori da blandire ed educare, ma anche come canale tra il mercato del consumo e la famiglia: secondo alcune ricerche USA nel 2004 i bambini da 4 a 12 anni hanno determinato 330 miliardi di dollari di spese adulte e ne hanno influenzato altri 340.
In Italia, né il Codice di Autoregolamentazione Tv e minori, né la legge n. 122 del 1998, né la successiva Legge Gasparri, né il recente Codice di Consumo, hanno dettato disposizioni specificamente rivolte alla regolamentazione della pubblicità di prodotti alimentari. Infatti, i citati provvedimenti legislativi e autoregolamentari non si sono mai preoccupati dei danni derivanti dalla proposizione mediatica di modelli alimentari scorretti, nella convinzione che fosse sufficiente tutelare bambini ed adolescenti dagli spot dei prodotti da fumo e degli alcolici. Pertanto, si fa riferimento alle normative comunitarie che definiscono principi, parametri minimi e disposizioni specifiche a tutela dei minori, come il divieto di inserire la pubblicità nei programmi di cartoni animati.
Con la nuova interrogazione del M5S cercheremo di capire quali iniziative di natura normativa il Governo intenda intraprendere al fine di regolamentare la pubblicità di prodotti alimentari tutelando la salute dei consumatori ed introducendo misure specifiche per i minori.
Nel video di 20 secondi si vede il cameriere di una pizzeria che chiede a una giovane coppia con bambino che tipo di cosa vogliano ordinare. Mentre mamma e papà appaiono indecisi, la richiesta è girata al piccolo che senza pensarci urla: "Happy Meal". Dopo questa risposta la scena cambia, e la famiglia festeggia la scelta; il bambino in pizzeria che nello spot di McDonald's chiede un Happy Meal è scorretto perché discredita la categoria dei pizzaioli, induce in errore sulle corrette abitudini alimentari dei bambini, abusa dei naturali sentimenti dei genitori verso i figli, e gioca sulla naturale credulità e mancanza di esperienza dei piccoli in materia alimentare.
La pubblicità televisiva influenza moltissimo i bimbi nelle preferenze alimentari, non solo come consumatori da blandire ed educare, ma anche come canale tra il mercato del consumo e la famiglia: secondo alcune ricerche USA nel 2004 i bambini da 4 a 12 anni hanno determinato 330 miliardi di dollari di spese adulte e ne hanno influenzato altri 340.
In Italia, né il Codice di Autoregolamentazione Tv e minori, né la legge n. 122 del 1998, né la successiva Legge Gasparri, né il recente Codice di Consumo, hanno dettato disposizioni specificamente rivolte alla regolamentazione della pubblicità di prodotti alimentari. Infatti, i citati provvedimenti legislativi e autoregolamentari non si sono mai preoccupati dei danni derivanti dalla proposizione mediatica di modelli alimentari scorretti, nella convinzione che fosse sufficiente tutelare bambini ed adolescenti dagli spot dei prodotti da fumo e degli alcolici. Pertanto, si fa riferimento alle normative comunitarie che definiscono principi, parametri minimi e disposizioni specifiche a tutela dei minori, come il divieto di inserire la pubblicità nei programmi di cartoni animati.
Con la nuova interrogazione del M5S cercheremo di capire quali iniziative di natura normativa il Governo intenda intraprendere al fine di regolamentare la pubblicità di prodotti alimentari tutelando la salute dei consumatori ed introducendo misure specifiche per i minori.
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