E' dal 2000 che le Regioni hanno la piena responsabilità per quanto riguarda le politiche in materia di servizio ferroviario locale. Sono infatti subentrate allo Stato nel ruolo di interlocutore con i diversi concessionari che operano il servizio regionale e dal 2001 hanno avuto trasferite le risorse, già destinate al finanziamento del servizio ferroviario locale. Alle Regioni spetta dunque definire con i gestori, operanti in concessione sul proprio territorio, la quantità, i costi e gli standard di qualità dei servizi ferroviari erogati. Le “prestazioni” sono stabilite nei cosiddetti Contratti di Servizio (CdS), con il quale da un lato l’impresa ferroviaria s’impegna all’erogazione di un quantitativo di treni*km ed al rispetto di determinati indici di qualità (relativi a pulizia, comfort, informazione e puntualità delle corse), dall’altro l’amministrazione regionale stabilisce un corrispettivo economico per l’erogazione di tali servizi. In ultimo, il Contratto di Servizio stabilisce le penali da applicare al gestore dei servizi in caso di mancato rispetto degli indici di qualità definiti dallo stesso Contratto.
Nel caso della Calabria, nonostante una media di 230 soppressioni di treni al mese le penali non sono previste dal CdS.
Il Rapporto Pendolaria 2014 ha analizzato in ogni Regione le risorse e gli impegni previsti nei CdS, per capire come le politiche dei governi locali sui trasporti si siano tradotte o meno in attenzioni e investimenti a favore del trasporto ferroviario pendolare. In Calabria si è assistito in quattro anni a tagli per il 16,3%, un aumento delle tariffe del 20%, assenza di stanziamenti per il servizio e per il materiale rotabile ed una drastica riduzione sulla quantità di treni x km che passano da 7,4 a 5,8.
Il Rapporto Pendolaria mostra, di anno in anno, per la Calabria, la stessa fotografia di isolamento e di arretratezza - in alcuni casi addirittura peggiorata. Nel corso del 2014 la Regione Calabria ha tagliato circa 10 milioni di euro al Contratto di Servizio con Trenitalia, già impoverito di molto negli ultimi anni. In seguito a questa decisione a partire dallo scorso giugno è stata decretata la soppressione di ben 26 treni regionali solo sulla linea Jonica tra Reggio e Metaponto e tra Catanzaro Lido e Lamezia. In seguito alle trattative tra Regione e Trenitalia i tagli sono poi diventati 16, con 10 corse ripristinate. Ma allarmano le notevoli riduzioni su alcuni linee, come la Jonica e la linea Rosarno - Lamezia Terme Centrale via Tropea.
Drammatica è proprio la situazione della linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme parzialmente rinnovata nel 2008 con la costruzione della variante Catanzaro Lido – Settingiano e della nuova stazione di Catanzaro-Germaneto. Infatti, dopo un taglio di circa 10 milioni di Euro da parte della Regione sul Contratto di Servizio avvenuto la scorsa estate la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale è stata classificata come tratta a scarso traffico e vede 10 collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni regionali. Il resto è stato sostituito con autobus. In pratica, si è tornati alla sostituzione dei treni con i mezzi su gomma proprio come nel periodo di interruzione della ferrovia tra il novembre 2011 e l'aprile 2013, a seguito del crollo di un ponte tra Marcellinara e Feroleto Antico. Nonostante sia una linea, di 42 km, a binario unico risulta strategica perché unisce i versanti tirrenico e jonico della Calabria tanto da aver fatto proporre la sue elettrificazione più volte negli ultimi anni. I tagli quindi aggiungono disagi per un’area, quella jonica, già martoriata sul fronte del trasporto ferroviario e che già da anni non può raggiungere in modo diretto in treno Lamezia Terme Centrale, avendo spezzato i collegamenti Regionali provenienti dalla Jonica sud (Reggio Calabria/Roccella Jonica) e da Crotone/Sibari, a Catanzaro Lido.
Anche i treni a più lunga percorrenza hanno subito dei cambiamenti importanti nel corso degli ultimi anni, mentre addirittura finiranno nel dimenticatoio la maggior parte dei treni notturni, che almeno allo stato attuale sono destinati a scomparire. In Calabria tra il 2010 ed 2011 sono stati soppressi 4 Intercity notturni e addirittura 12 treni Espressi che permettevano, con un costo contenuto, di collegare questa regione sia con la Sicilia sia con Roma. Solo nel 2013 sono stati tagliati gli Espressi diretti a Torino, Milano, Venezia e Bolzano, mentre nel 2012 i tagli più gravi hanno riguardato la linea Jonica. In quest’ultimo caso oltre alla mancanza ormai di passaggio dei treni, con un solo treno al giorno tra Metaponto e Reggio Calabria (ed un cambio a Catanzaro Lido), si assiste anche alla chiusura di biglietterie di stazioni importanti come Sibari e Crotone.
La presenza di servizi su gomma in sovrapposizione al treno, alle porte del 2015, non è più accettabile: sono costi che ingiustamente vengono sostenuti dai cittadini calabresi, peraltro beffati due volte, visto che il servizio è assolutamente poco appetibile a causa degli alti tempi di percorrenza (compresi tra 45 e 50 minuti per percorrere 42 km).
Una nuova Catanzaro Lido – Lamezia darebbe anche la possibilità di collegare direttamente il capoluogo di Regione Catanzaro con la Capitale e con il resto d’Italia. Non sarebbe più un sogno collegare con un servizio Frecciargento Catanzaro Lido con Roma Termini in 4 ore e 30 minuti, con relative coincidenze Regionali da/per Crotone-Sibari e Soverato-Roccella Jonica-Reggio Calabria.
Nel 2012 il Ministero della Coesione Territoriale ha destinato 80 milioni di euro all’elettrificazione della tratta tra Catanzaro Lido e Lamezia Terme Centrale per un lavoro che, allo stato attuale, a causa del tracciato poco agevole e costellato di criticità idrogeologiche, sarebbe totalmente inutile ai fini del miglioramento e della velocizzazione dei treni. I lavori, per giunta, non sono mai partiti.
Legambiente ha segnalato una media del 25% in meno di risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma negli ultimi 4 anni. Il governo Renzi ha assicurato, in controtendenza, uno stanziamento di 3,8 miliardi di Euro per tentare di dare uno shock positivo alla pericolante economia nazionale, tuttavia, con grande rammarico notiamo ancora una volta che nello "Sblocca Italia" non è menzionata neppure lontanamente la Calabria, "solita" grande assente, ormai da decenni, nei piani nazionali di investimento infrastrutturale nel settore del trasporto ferroviario;
In Calabria, il cronico ritardo che riguarda il potenziamento delle infrastrutture e il ricambio del materiale rotabile fa sì che i tempi di percorrenza, non solo tra centri di minor grandezza, assumano dimensioni impensabili per un viaggio da effettuare quotidianamente. Muoversi da una città all’altra, su percorsi sia brevi che lunghi, può portare a viaggi di ore e a dover scontare numerosi cambi obbligati anche solo per poche decine di chilometri di tragitto, mentre le coincidenze e i collegamenti intermodali rimangono un sogno.
L’obiettivo da perseguire nell'interesse del Paese è di potenziare i collegamenti lungo le principali direttrici nazionali, migliorando l'offerta e l'integrazione modale con porti e aeroporti, pullman, trasporto pubblico locale, eliminando anche sprechi. Questo dovrebbe essere il ruolo del Ministero dei trasporti, con una attenta regia di politiche e investimenti. Non esistono infatti scuse infrastrutturali, nei collegamenti tra i principali capoluoghi di Regione, al nord come al Sud, devono essere garantiti collegamenti diretti su treni moderni che possano circolare con velocità competitive nei confronti delle automobili. Non è accettabile che scompaiano i collegamenti interregionali perché le Regioni hanno deciso di tagliare le linee più periferiche e il Ministero non intervenga. Al Ministero spetta il compito di verificare che siano garantiti gli stessi diritti di accesso al trasporto ferroviario in tutta Italia. Ecco perchè ho presentato un'interrogazione parlamentare. Ho chiesto se ritenga che ai cittadini calabresi siano stati garantiti gli stessi diritti di accesso al trasporto ferroviario al pari dei residenti delle altre regioni e se non ritenga opportuno che si provveda alla messa in sicurezza e alla velocizzazione e solo in seguito all’elettrificazione della tratta tra Catanzaro Lido e Lamezia Terme Centrale oltre alla costruzione dell’irrinunciabile collegamento ferroviario con l’aeroporto internazionale. Risponderà?
Nel caso della Calabria, nonostante una media di 230 soppressioni di treni al mese le penali non sono previste dal CdS.
Il Rapporto Pendolaria 2014 ha analizzato in ogni Regione le risorse e gli impegni previsti nei CdS, per capire come le politiche dei governi locali sui trasporti si siano tradotte o meno in attenzioni e investimenti a favore del trasporto ferroviario pendolare. In Calabria si è assistito in quattro anni a tagli per il 16,3%, un aumento delle tariffe del 20%, assenza di stanziamenti per il servizio e per il materiale rotabile ed una drastica riduzione sulla quantità di treni x km che passano da 7,4 a 5,8.
Il Rapporto Pendolaria mostra, di anno in anno, per la Calabria, la stessa fotografia di isolamento e di arretratezza - in alcuni casi addirittura peggiorata. Nel corso del 2014 la Regione Calabria ha tagliato circa 10 milioni di euro al Contratto di Servizio con Trenitalia, già impoverito di molto negli ultimi anni. In seguito a questa decisione a partire dallo scorso giugno è stata decretata la soppressione di ben 26 treni regionali solo sulla linea Jonica tra Reggio e Metaponto e tra Catanzaro Lido e Lamezia. In seguito alle trattative tra Regione e Trenitalia i tagli sono poi diventati 16, con 10 corse ripristinate. Ma allarmano le notevoli riduzioni su alcuni linee, come la Jonica e la linea Rosarno - Lamezia Terme Centrale via Tropea.
Drammatica è proprio la situazione della linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme parzialmente rinnovata nel 2008 con la costruzione della variante Catanzaro Lido – Settingiano e della nuova stazione di Catanzaro-Germaneto. Infatti, dopo un taglio di circa 10 milioni di Euro da parte della Regione sul Contratto di Servizio avvenuto la scorsa estate la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale è stata classificata come tratta a scarso traffico e vede 10 collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni regionali. Il resto è stato sostituito con autobus. In pratica, si è tornati alla sostituzione dei treni con i mezzi su gomma proprio come nel periodo di interruzione della ferrovia tra il novembre 2011 e l'aprile 2013, a seguito del crollo di un ponte tra Marcellinara e Feroleto Antico. Nonostante sia una linea, di 42 km, a binario unico risulta strategica perché unisce i versanti tirrenico e jonico della Calabria tanto da aver fatto proporre la sue elettrificazione più volte negli ultimi anni. I tagli quindi aggiungono disagi per un’area, quella jonica, già martoriata sul fronte del trasporto ferroviario e che già da anni non può raggiungere in modo diretto in treno Lamezia Terme Centrale, avendo spezzato i collegamenti Regionali provenienti dalla Jonica sud (Reggio Calabria/Roccella Jonica) e da Crotone/Sibari, a Catanzaro Lido.
Anche i treni a più lunga percorrenza hanno subito dei cambiamenti importanti nel corso degli ultimi anni, mentre addirittura finiranno nel dimenticatoio la maggior parte dei treni notturni, che almeno allo stato attuale sono destinati a scomparire. In Calabria tra il 2010 ed 2011 sono stati soppressi 4 Intercity notturni e addirittura 12 treni Espressi che permettevano, con un costo contenuto, di collegare questa regione sia con la Sicilia sia con Roma. Solo nel 2013 sono stati tagliati gli Espressi diretti a Torino, Milano, Venezia e Bolzano, mentre nel 2012 i tagli più gravi hanno riguardato la linea Jonica. In quest’ultimo caso oltre alla mancanza ormai di passaggio dei treni, con un solo treno al giorno tra Metaponto e Reggio Calabria (ed un cambio a Catanzaro Lido), si assiste anche alla chiusura di biglietterie di stazioni importanti come Sibari e Crotone.
La presenza di servizi su gomma in sovrapposizione al treno, alle porte del 2015, non è più accettabile: sono costi che ingiustamente vengono sostenuti dai cittadini calabresi, peraltro beffati due volte, visto che il servizio è assolutamente poco appetibile a causa degli alti tempi di percorrenza (compresi tra 45 e 50 minuti per percorrere 42 km).
Una nuova Catanzaro Lido – Lamezia darebbe anche la possibilità di collegare direttamente il capoluogo di Regione Catanzaro con la Capitale e con il resto d’Italia. Non sarebbe più un sogno collegare con un servizio Frecciargento Catanzaro Lido con Roma Termini in 4 ore e 30 minuti, con relative coincidenze Regionali da/per Crotone-Sibari e Soverato-Roccella Jonica-Reggio Calabria.
Nel 2012 il Ministero della Coesione Territoriale ha destinato 80 milioni di euro all’elettrificazione della tratta tra Catanzaro Lido e Lamezia Terme Centrale per un lavoro che, allo stato attuale, a causa del tracciato poco agevole e costellato di criticità idrogeologiche, sarebbe totalmente inutile ai fini del miglioramento e della velocizzazione dei treni. I lavori, per giunta, non sono mai partiti.
Legambiente ha segnalato una media del 25% in meno di risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma negli ultimi 4 anni. Il governo Renzi ha assicurato, in controtendenza, uno stanziamento di 3,8 miliardi di Euro per tentare di dare uno shock positivo alla pericolante economia nazionale, tuttavia, con grande rammarico notiamo ancora una volta che nello "Sblocca Italia" non è menzionata neppure lontanamente la Calabria, "solita" grande assente, ormai da decenni, nei piani nazionali di investimento infrastrutturale nel settore del trasporto ferroviario;
In Calabria, il cronico ritardo che riguarda il potenziamento delle infrastrutture e il ricambio del materiale rotabile fa sì che i tempi di percorrenza, non solo tra centri di minor grandezza, assumano dimensioni impensabili per un viaggio da effettuare quotidianamente. Muoversi da una città all’altra, su percorsi sia brevi che lunghi, può portare a viaggi di ore e a dover scontare numerosi cambi obbligati anche solo per poche decine di chilometri di tragitto, mentre le coincidenze e i collegamenti intermodali rimangono un sogno.
L’obiettivo da perseguire nell'interesse del Paese è di potenziare i collegamenti lungo le principali direttrici nazionali, migliorando l'offerta e l'integrazione modale con porti e aeroporti, pullman, trasporto pubblico locale, eliminando anche sprechi. Questo dovrebbe essere il ruolo del Ministero dei trasporti, con una attenta regia di politiche e investimenti. Non esistono infatti scuse infrastrutturali, nei collegamenti tra i principali capoluoghi di Regione, al nord come al Sud, devono essere garantiti collegamenti diretti su treni moderni che possano circolare con velocità competitive nei confronti delle automobili. Non è accettabile che scompaiano i collegamenti interregionali perché le Regioni hanno deciso di tagliare le linee più periferiche e il Ministero non intervenga. Al Ministero spetta il compito di verificare che siano garantiti gli stessi diritti di accesso al trasporto ferroviario in tutta Italia. Ecco perchè ho presentato un'interrogazione parlamentare. Ho chiesto se ritenga che ai cittadini calabresi siano stati garantiti gli stessi diritti di accesso al trasporto ferroviario al pari dei residenti delle altre regioni e se non ritenga opportuno che si provveda alla messa in sicurezza e alla velocizzazione e solo in seguito all’elettrificazione della tratta tra Catanzaro Lido e Lamezia Terme Centrale oltre alla costruzione dell’irrinunciabile collegamento ferroviario con l’aeroporto internazionale. Risponderà?
Giustissimo.....
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