Continua l'abiguità della Regione Calabria sulle trivelle

La Regione Calabria sta assumendo un comportamento ambiguo nei confronti delle istanze per la ricerca degli idrocarburi nell’alto ionio cosentino.
Lo affermiamo a seguito dell’incontro del 25 luglio, svoltosi presso la Regione Calabria alla presenza dell’Assessore all’Ambiente Rizzo e dei suoi più stretti collaboratori.
Nel corso dell'incontro non sono emersi elementi tali da far ritenere superate le riserve e le critiche avanzate dal M5S, rispetto alla posizione assunta dall’Ente Regionale in sede d’istruttoria delle richieste di VIA inerenti i progetti di ricerca d’idrocarburi a terra, oggetto delle seguenti istanze, tutte presentate sul territorio dello Jonio cosentino:

Tempa la Petrosa (Total E&P); 
Fonte della Vigna  (Total E&P); 
Torre del Ferro (Apennine Energy srl); 
Solfara Mare (Apennine Energy srl).

Infatti, senza tacere la circostanza che la promessa dell’Assessore Rizzo e dell’Arch. Reillo (d’invio della pertinente documentazione) è rimasta non rispettata, residua l’esclusivo dato di fatto, non contestabile, del mancato rispetto della data del 31 marzo 2016, termine ultimo entro il quale la Regione avrebbe dovuto concludere i suddetti procedimenti.
La dichiarazione dell’Assessore, secondo la quale si sarebbe prodotta l’intervenuta decadenza delle predette istanze, non solo non è supportata dal fatto che non esistono atti e/o provvedimenti che sanciscono una siffatta conseguenza, ma addirittura è smentita dal fatto che tutte le predette istanze le ritroviamo ancora pendenti nel BUIG del decorso giugno 2016.

Analoghe e più gravi considerazioni possono farsi, in disparte, rispetto all’istanza “D.R.74.AP/1-Liuba 1Or”. Infatti, nonostante la stessa fosse da ritenersi respinta (in tali termini si esprime il Ministero dell’Ambiente con nota del 19.1.2016), appare del tutto singolare l’atteggiamento assunto dalla Regione con nota del 7.3.2016 (prot. n. 75021 del 7.3.2016), ove, a fronte d’istanza d’avvio della procedura d’impatto ambientale (presentata dall’Appennine Energy spa in data 28.1.2016), anziché produrre delle osservazioni volte a rimarcare l’intervenuta decadenza (già sancita dal Ministero), incredibilmente s’invita la società richiedente alla ritrasmissione degli elaborati di progetto, al fine del perfezionamento della procedura d’impatto ambientale.
Tra l’altro, non ci risulta, nonostante le varie sollecitazioni, che la Regione abbia espresso nei termini il parere di propria competenza, relativamente alla suddetta istanza.
Il M5S presenterà un’altra interrogazione parlamentare in merito allo stato del procedimento avente ad oggetto l’istanza “D.R.74.AP/1-Liuba 1Or” ed è già in contatto con il Ministero dell’Ambiente al fine di acquisire ulteriori elementi conoscitivi.
Sono tutti bravi a dire ‪#‎NoTriv‬ a parole ma nei fatti siamo gli unici che stiamo difendendo la nostra regione dagli squallidi interessi delle lobby.

Per quanto riguarda la domanda dell’assessore Rizzo su dove io fossi nel momento in cui il Parlamento depenalizzava l’utilizzo dell’airgum lo chieda al suo Partito “Democratico”, responsabile di aver stralciato il testo nel provvedimento sugli ecoreati in cui si vietava questa tecnica invasiva per gli ecosistemi marini che noi abbiamo sempre contestato. Per fortuna ci sono i verbali e le note stampa che testimoniano tutto ciò. Perciò invito l'assessore Rizzo ad informarsi meglio perchè se siamo arrivati a questo punto è tutta colpa del Partito Democratico, un partito fossile come dimostra l'inchiesta trivellopoli mentre in regione cerca di coprirsi con la foglia di fico dell'ambiguità!

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