La sentenza 170, della Corte Costituzionale, pubblicata il 12 luglio scorso, ha dichiarato illegittimo il comma 7 dell’articolo 38 del Decreto legge 133, lo Sblocca Italia, che ribadisce che il rilascio e l’esercizio dei titoli minerari per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale è materia concorrente tra Stato e Regioni.
Avevamo ragione nel chiedere l’impugnazione dell’articolo 38 dello ‘Sblocca Italia’ che consentiva la ricerca, la trivellazione e lo stoccaggio indiscriminati di idrocarburi sul territorio. La Corte Costituzionale ristabilisce che la materia è concorrente tra Stato e Regione, dunque sulla ricerca di idrocarburi lo Stato non può prendere decisioni per una Regione senza consultarla. Sono dunque illegittime le disposizioni contenute nel comma 7 e nel comma 10 dell’art.38 del decreto.
La stessa sentenza contiene elementi che potrebbero servire alle Regioni a disinnescare il recente e contestatissimo disciplinare-tipo del Ministero dello Sviluppo economico, che regolamenta il rilascio dei titoli per la ricerca e coltivazione degli idrocarburi. Già impugnato da Veneto e Abruzzo, il provvedimento può essere avversato davanti al presidente della Repubblica entro il primo agosto, contestando l'indebolimento del potere delle Regioni in materia di rilascio di titoli autorizzativi, l'ampia possibilità per le compagnie di modificare il programma dei lavori concessi, nonché la possibilità di costruire nuove piattaforme nel mare continentale.
Adesso il governatore calabrese Oliverio e il suo assessore Rizzo, che più volte ho invitato invano a sostenere la mia proposta di legge sul piano delle aree, potranno dimostrare se stanno dalla parte delle multinazionali oppure della salvaguardia del nostro ambiente.
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