La grande fregatura


Il governo si interessi immediatamente al ripristino della variante della SS 106, che è iniziata a crollare a pochi anni dall’inaugurazione. È quanto ho chiesto in una nuova interrogazione rivolta ai ministri competenti, dopo quella senza risposta del 2015.
Pochi giorni fa, infatti, vi è stato l’ennesimo crollo sulla variante della SS 106, all’altezza dello svincolo di Borgia. Già l’ennesimo crollo, dopo quelli che hanno riguardato lo svincolo di Catanzaro Ovest, all’altezza della Cittadella della Regione Calabria e degli svincoli di raccordo con la superstrada dei Due Mari, che porta all’imbocco della Salerno-Reggio Calabria.
Già nel 2015 fui costretto ad interrogare il governo per segnalare il pericolo di crolli e la scarsa tenuta della nuova arteria che, lo ricordo, è costata 30500 euro al metro.
Il governo ha il dovere di rintracciare i responsabili di uno sperpero di denaro pubblico senza precedenti. Sia dal punto di vista progettuale che sotto l’aspetto geologico, erano stati posti dubbi concreti sulla realizzabilità dell’opera in tempo utile per porvi rimedio. Cosa che, puntualmente, non è avvenuta.
Accanto allo sperpero di denaro, c’è la consapevolezza che il rischio più grande è in capo a chi utilizza l’importante arteria, che avrebbe dovuto rivoluzionare la mobilità sulla fascia ionica e che ha finito per rappresentare un’opera fatta male.
Vecchi partiti e politici di ogni schieramento erano orgogliosamente in prima fila nelle foto dell’inaugurazione, mentre oggi si nascondono puntando verso altri il dito per gli errori commessi. La verità è che sono tutti corresponsabili di un disastro annunciato, che crolla come castelli di carta.


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