Il rinvio a giudizio di Gaetano Pignanelli impone al governatore Mario Oliverio di rimuovere il dirigente dall'incarico apicale, essendo inopportuno consentirgli, come nulla fosse, di mantenere quella poltrona di potere.
Indipendentemente dall'esito del processo, è evidente, diciamo noi parlamentari del MoVimento 5 Stelle, che Pignanelli, imputato per truffa, non può restare al suo posto. Le accuse sul suo conto sono GRAVISSIME. Per i magistrati l'eterno braccio destro del governatore, già al vertice dell'Ufficio legale della Provincia di Cosenza negli anni in cui l'ente era presieduto da Oliverio, avrebbe esercitato pressioni volte a favorire il rilascio della concessione per tagli boschivi a un imprenditore, pare suo compare d'anello, prima che questi depositasse l’apposita istanza. Inoltre, il capo di gabinetto avrebbe poi intimato di revocare provvedimenti di sospensione dell'attività di taglio adottati nei confronti del suo amico, come lui di San Giovanni in Fiore, di cui è pure originario il presidente della Regione.
Il quadro accusatorio fa ipotizzare UNA GESTIONE REGIONALE DELLE PROCEDURE PUBBLICHE BASATA SU RAPPORTI PERSONALI ALL'INTERNO DI UNA CERCHIA DI COMPAESANI DEL GOVERNATORE, che, peraltro, ha piazzato in uffici chiave della Regione, come risaputo, diverse persone a lui vicine provenienti da San Giovanni in Fiore.
Adesso Oliverio sia risoluto: SOSTITUISCA Pignanelli, perché è inconcepibile che questi possa ancora svolgere un ruolo pubblico cruciale, per cui è indispensabile la garanzia d'imparzialità assoluta.
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