Il consiglio regionale della Calabria premia la pacchia dei soliti baroni e illude i cittadini


La legge della Calabria sull'azienda ospedaliera unica di Catanzaro è stata approvata nel suo insensato, confuso e illogico impianto originario, peraltro senza alcuna programmazione del Consiglio regionale sui fabbisogni sanitari in rapporto ai costi pubblici. Fermo restando che il governo valuterà l'impugnativa, se ne assumeranno ogni responsabilità quei consiglieri regionali che hanno prodotto tale assurdo, che avrà pesanti ripercussioni sui servizi.

Alla fine il Consiglio regionale ha ignorato tutti gli appelli alla ragionevolezza e al confronto. Ha ignorato i sindacati, gli esperti di diritto, gli addetti ai lavori e gli oltre 5mila cittadini che avevano firmato la nostra proposta di legge sulla riorganizzazione delle aziende del Servizio sanitario calabrese. Ciò significa che sono false le aperture di centrodestra e centrosinistra alla società civile.

Ancora una volta a spese dei calabresi e dell'ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro è stato premiato il policlinico universitario Mater Domini, che ha già inghiottito la Fondazione Campanella e che non fa emergenza-urgenza pur beneficiando di un finanziamento regionale, caso più unico che raro, completamente sganciato dalla produzione resa. Un finanziamento, ricordiamo, che supera di quasi 10milioni all'anno l'importo massimo consentito dalle norme vigenti.

Viva la pacchia dei soliti baroni è il messaggio che il Consiglio regionale consegna, dunque, ai calabresi. Inoltre l'ospedale di Lamezia Terme non c'entra nulla con questa fusione dissennata, poiché il presidio è fondamentale per il territorio e perciò non può diventare un magazzino ma deve essere un riferimento sanitario importante, sicuro. A questo punto le responsabilità politiche sono molto chiare e i cittadini hanno capito tutto. Proseguiremo la battaglia nell'interesse dei malati e degli utenti calabresi, ai quali vanno date garanzie e servizi, non menzogne ed illusioni.

*Nota stampa sottoscritta insieme ai colleghi parlamentari del MoVimento 5 Stelle Giuseppe d'Ippolito, Francesco Sapia, Bianca Laura Granato, e Dalila Nesci.

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