Sanità calabrese: ecco come stanno davvero le cose


Giovedì 18 aprile si terrà il Consiglio dei ministri a Reggio Calabria, anche come segnale dell’attenzione del governo italiano per quel territorio, martoriato dall’azione criminale. Infatti l’Asp di lì, rammento, è stata di recente sciolta per infiltrazioni di ‘ndrangheta.

Come noto, nell’occasione il Consiglio dei ministri approverà l’atteso decreto legge contenente misure straordinarie per la Sanità calabrese, che ha un disavanzo certificato di quasi 170milioni annui e cui mancano le coperture fiscali per oltre 60milioni.

Secondo le norme vigenti la riferita situazione contabile, che in solitudine e nell’immobilismo perpetuo del Consiglio regionale noi 5Stelle avevamo denunciato da anni, comporta il blocco delle assunzioni del personale del comparto pubblico. In sintesi, a causa della gestione in grave perdita di 7 Aziende su 9 del Servizio sanitario regionale, finora nelle mani di manager nominati dal governatore Mario Oliverio, sino al dicembre 2020 gli ospedali calabresi non avranno nuovi medici, infermieri e altri operatori, benché indispensabili.

Oliverio nega la realtà e scarica le proprie colpe sul governo nazionale. Dal vecchio governo di centrosinistra cercò di farsi nominare commissario alla Sanità calabrese, addirittura promettendo a vanvera di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi. Ricordo che lo scorso 4 aprile, poco prima che finisse l’ultima riunione del Tavolo interministeriale di verifica del piano di rientro cui la Calabria è sottoposta dal 2009, lo stesso Oliverio dichiarò che grazie al lavoro svolto dai burocrati regionali si sarebbe evitato il blocco delle assunzioni. Disse che i conti erano in netta ripresa, ma a due ore da quelle dichiarazioni uscì la notizia dell’impossibilità, per legge, di incrementare i già esigui organici sanitari, inevitabile a causa dei buchi di bilancio di quasi tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, ben noti al governatore e ai “suoi” dirigenti. Per inciso, da 20 anni la Sanità calabrese è gestita da 16 manager, gira e volta confermati dai governi regionali di centrosinistra e centrodestra che si sono succeduti.

Su impulso del ministro della Salute, Giulia Grillo, il governo nazionale è dunque intervenuto con risolutezza. Se l’amministratore delegato di una società privata fallisce gli obiettivi, il giorno stesso va a casa. Non è stato così per i direttori generali e commissari aziendali scelti da Oliverio, che hanno perfino ricevuto un premio di produttività di decine di migliaia di euro. Come spiegarlo ai nostri malati, costretti a emigrare per diagnosi, interventi chirurgici e terapie, con un costo pubblico di 320milioni annui, cui vanno aggiunti i soldi spesi da intere famiglie per i loro soggiorni obbligati nel Centro-Nord?

La Calabria è terra di sovversione, in cui gli uffici e i servizi pubblici funzionano al rovescio e nessuno paga, al di fuori dei cittadini, dei malati, dei più deboli. Questo non possiamo più tollerarlo, pertanto inizieremo a sostituire i vertici delle Aziende del Servizio sanitario regionale, che con l’entrata in vigore del suddetto decreto saranno designati dai commissari governativi, Saverio Cotticelli e Thomas Schael. Poi bisognerà risolvere il problema, creato da Oliverio e sodali, del blocco delle assunzioni: con una deroga specifica che consenta di reclutare nuovi medici, infermieri, Oss e altre figure necessarie. Allora si riuscirà a far scorrere le graduatorie valide e a verificare le situazioni dei tanti precari e dei futuri vincitori di concorso, nel rispetto delle regole vigenti.

Mi è parso giusto e doveroso informarvi in maniera obiettiva e completa, perché non si diffondano strumentalizzazioni e menzogne e perché nessuno faccia campagna elettorale sul diritto alla salute, finora negatoci da soggetti che hanno un volto e un nome riconoscibili.

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