Difendo il regolamento (anti 'ndrangheta) sui boschi calabresi


Non si può sospendere il regolamento attuativo della legge regionale sulla gestione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio boschivo calabrese, che tra l’altro è utile a preservare le nostre foreste da tagli abusivi, spesso eseguiti da ditte in odor di 'ndrangheta. Al netto di prese di posizione contrarie, che non mi spiego né condivido, si tratta di uno strumento che recepisce la parificazione dei boschi pubblici e privati e avvia, finalmente, un iter per sburocratizzare atti e adempimenti amministrativi attraverso un portale telematico per la gestione dei procedimenti. Le innovazioni introdotte da questo regolamento, certamente perfettibile come ogni atto del potere pubblico, non dovrebbero spingere operatori e addetti a ripiegare negli schemi del passato, che si sono rivelati inadeguati e spesso perniciosi. L’emergenza Covid ci insegna che da qui in avanti dobbiamo pensare in termini differenti, abbandonando le logiche del passato e partendo dalla consapevolezza che l’ambiente è risorsa fondamentale per la vita, la salute e l’economia, dalla coscienza che la Calabria può stare bene soltanto se l’interesse collettivo prevale su quello particolare. In questo senso condivido il saggio, lungimirante indirizzo espresso, nel merito, dalla Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Calabria.

Commenti