Con il Cura Italia rafforziamo l’agricoltura italiana


L’intera filiera agroalimentare italiana sta svolgendo un ruolo cruciale fin dai primi giorni di diffusione dell’epidemia di Covid-19. Anche per questo, il comparto primario merita il giusto sostegno dal punto di vista economico, finanziario e di sburocratizzazione. Con il Decreto Cura Italia prima e con le modifiche normative inserite durante la sua conversione in legge in Parlamento, abbiamo introdotto numerose novità:

- è previsto l’aumento della percentuale di contributi PAC di cui può essere richiesto l'anticipo da parte delle imprese agricole,
- il fondo da 100 milioni destinato alle imprese agricole, della pesca e dell'acquacoltura e altri 100milioni per l'accesso al credito;
- l’intervento, finalmente, sulle disposizioni in materia di comunicazione e informativa antimafia;
- la cassa integrazione in deroga;
- la configurazione di pratiche sleali legate alla commercializzazione dei prodotti agricoli;
- fino al 30 settembre sospese rate mutui;
- disciplina per estendere la possibilità del cosiddetto pegno rotativo;
- intervento sul lavoro agricolo che stabilisce la validità annuale della visita medica consentendo al lavoratore di effettuare la propria prestazione anche presso altre imprese agricole che abbiano la stessa tipologia di rischio professionale, senza necessità di ulteriori accertamenti medici;
- aumenta il Fondo per gli indigenti per complessivi 50 milioni di euro, in modo che possa essere garantita la distribuzione delle derrate alimentari. Stanziamento, questo, che si aggiunge ai 6 milioni di euro già destinati nei giorni scorsi all’acquisto di latte crudo, secondo l’intesa con il Tavolo spreco alimentare;
- rafforzato il Fondo per la promozione dell’agroalimentare italiano all’estero. L’Italia dovrà mettere in campo un piano straordinario per rilanciare l’immagine dei suoi prodotti, sfruttando le risorse annunciate dalla Farnesina a inizio marzo, con una dotazione complessiva superiore ai 700 milioni di euro, che serviranno al rilancio dell’immagine del Made in Italy e a sostenere la competitività delle imprese. Anche la promozione sui Paesi terzi basata sui fondi europei dell’Ocm vino dovrà essere rivista. Su questo specifico punto, l’Ue, su precisa richiesta dell’Italia, si è detta disponibile nei giorni scorsi ad accogliere alcune modifiche, nel segno di una maggiore flessibilità nei regolamenti applicativi, soprattutto in materia di tempistica e rendicontazione dei progetti.
C'è tanto altro da fare. Le nostre prossime proposte saranno sul Testo Unico del Vino e sulla questione delle rese, nonché altri interventi per i lavoratori agricoli – in particolare per quelli che superano le 180 giornate di lavoro annuali. Faremo in modo che siano accolte nei provvedimenti in approvazione nelle prossime settimane, perché sono misure che il mondo agricolo, da sempre e ancor più oggi, chiede al Parlamento e al governo.
Ci aspettiamo che il cosiddetto ‘decreto aprile’ in via di emanazione contenga fondi per l’agroalimentare per un ammontare di almeno 2 miliardi di euro: lo dobbiamo a un settore che nonostante le difficoltà sta sostenendo l’economia del Paese e garantendo l’approvvigionamento di alimenti agli italiani.

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