Per curare i malati la Calabria riceve meno soldi del necessario


È preoccupante il quadro sullo stato dei conti dell’Asp di Catanzaro fornito dalla commissione straordinaria dell’azienda. Ancora una volta il bilancio di esercizio dell’Asp di Catanzaro registra un valore negativo, di oltre 32 milioni per il 2019. 

C’è la necessità, direi l’urgenza, lo abbiamo sempre sottolineato noi del MoVimento 5 Stelle, di rivedere i criteri di ripartizione del Fondo sanitario. 

Così la Calabria, che ha più malati cronici in rapporto al totale della popolazione, riceverebbe dallo Stato maggiori risorse, indispensabili all’acquisto dei farmaci per pazienti come i cardiopatici, gli ipertesi, i diabetici e cosi via. 

La coperta è troppo corta. Comunque la si tiri, essa resta tale. Si tratta di un’ingiustizia che prosegue da troppo tempo, ben nota agli addetti ai lavori e ai rappresentanti politici. L’inadeguatezza dei fondi è la prima causa del piano di rientro e della continua emigrazione sanitaria, che costa alla Regione 300 milioni all’anno. 

Ormai si è raggiunto un punto di non ritorno: esiste uno scompenso troppo forte tra le regioni meridionali e quelle settentrionali, sicché bisogna rinunciare alla vulgata comune degli sprechi, che pure ci sono, e ragionare apertamente sull’equa distribuzione delle risorse per i Servizi sanitari regionali, nel contempo impegnandosi per il rispetto della legalità. 

C’è chi riceve più soldi e sa usarli, e chi ne prende molti di meno e li sperpera, tante volte, a danno degli incolpevoli cittadini. Infine, al di là dei colori della politica dobbiamo fermare i tagli delle postazioni di continuità assistenziale annunciati dalla commissione straordinaria dell’Asp di Catanzaro. Va bene riorganizzare il servizio, ma per questo serve piena concertazione con i sindaci del territorio.

Commenti