"Risorgiamo insieme dalla siccità" è il tema scelto quest'anno in occasione della Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità.
Non è più tempo di cassandre ma di mera cronaca.
150 Comuni piemontesi e lombardi stanno già razionando l'acqua e si apprestano a farlo anche nel Lazio, il Po, il grande fiume d'Italia è quasi in secca con conseguente calo della produzione agricola, dell'allevamento e del comparto idroelettrico dell'intera Pianura Padana, l'acqua salmastra dell'Adriatico continua a risalire verso l'entroterra rendendo sterili i terreni ed inquinando le falde di acqua potabile.
È l'effetto della tropicalizzazione del clima dovuta al cambiamento climatico: un inverno con scarse precipitazioni si accompagna a rare e violente precipitazioni che dilavano il suolo fertile e lo impoveriscono. E stiamo parlando solo dell'Italia.
Bisogna accelerare sulle proposte che stiamo portando avanti da anni, avviare quindi un programma nazionale di riforestazione e di boschi urbani poiché gli alberi "ancorano" il suolo e trattengono l'umidità, creare un sistema capillare di bacini che raccolgano l'acqua piovana da usare alla bisogna, rifare le condutture idriche per uso umano ed agricolo per porre un freno alla dispersione che raggiunge il 60% ed educare i cittadini ad un uso intelligente dell'acqua, evitando gli sprechi.
Solo innovandosi e divenendo sostenibile, l’agricoltura italiana potrà evitare di sprecare una risorsa preziosa e vitale come l’acqua. In questo, le ingenti risorse previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno cruciali ma serve investire anche sulla ricerca agronomica e genetica e sull’ulteriore avanzamento tecnologico affinché si utilizzi la risorsa idrica nelle modalità e nei quantitativi corretti.
Attraverso i prossimi decreti e la Legge di Bilancio 2023, torneremo a chiedere investimenti sia sul Piano Invasi sia su progetti di più piccola entità ma diffusi sul territorio, come il ‘progetto laghetti’ promosso da Anbi, l’Associazione Nazionale Consorzi di Bonifica. Senza acqua, infatti, non possiamo parlare di futuro dell’agricoltura e dell’umanità in generale.
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