Basta all'invasione del falso miele cinese


All'aumento della domanda netta globale di miele, dal 2010 ad oggi cresciuta al ritmo di 20.000 tonnellate l'anno, grazie all'incremento della popolazione, all'ampliamento di fasce di consumatori e soprattutto alla crescente preferenza per alimenti sani e naturali, non corrisponde tuttavia un'analoga crescita delle capacità produttive mondiali.

Nell'Unione europea, come nelle altre aree tradizionalmente grandi produttrici, si registrano infatti ricorrenti flessioni dovute alle avversità che affliggono l'apicoltura sinteticamente riconducibili all'incremento delle monocolture, all'impatto devastante sulle api dei pesticidi, al cambiamento climatico e ai fenomeni estremi che l'accompagnano, nonché alla diffusione di nuove parassitosi. A tutto questo si aggiungono estese e crescenti adulterazioni e frodi.
L'unico Paese che, senza significative variazioni del numero di alveari allevati, fa eccezione a questa tendenza mondiale è la Cina.

Questa nazione, principale esportatore mondiale di miele, sembra in grado di realizzare ben due «miracoli»: un inverosimile costante incremento delle capacità produttive accompagnato da un altrettanto improbabile stabilità produttiva, costante anno dopo anno.
Negli ultimi 15 anni, le importazioni di miele dell'Unione europea sono cresciute a tasso medio di 10.284 tonnellate all'anno, con la Cina come principale fornitore.
La Cina è diventata il più grande produttore mondiale di miele, con 473.600 tonnellate prodotte nel 2014 (rispetto ai 161.031 dell'Ue). Tra il 2000 e il 2014, secondo i dati dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura, la sua produzione è aumentata dell'88%. Qui infatti la produzione aumenta costantemente e in maniera stabile. Ma il numero degli alveari nello stesso periodo è aumentato solo del 21%. Le vendite di miele hanno portato in Cina 276,6 milioni di euro (231 milioni di euro) nel 2016.

Le importazioni nell’Unione Europea sono cresciute di 10.284 tonnellate l’anno, il miele cinese come principale prodotto in entrata e a prezzi d’importazione così bassi che diventano una prima e chiara indicazione di mancanza di qualità e motiva più che fondati sospetti.

Nel 2015 la Commissione europea ha, finalmente, realizzato un primo monitoraggio del mercato europeo del miele: i risultati attestano un'importante percentuale di frodi e adulterazioni nei mieli commercializzati nel territorio unionale per la maggior parte derivanti proprio dalla Cina.Non stupisce dunque che nel database degli Usa Pharmacopeia's food fraud (2018) il miele sia collocato, dopo latte e olio d'oliva, quale terzo alimento al mondo oggetto d'adulterazione. Peraltro, già il solo prezzo all'importazione fornisce una prima e chiara indicazione di mancanza di qualità ed è suscettibile di motivare più che fondati sospetti.


La direttiva europea sul miele 2001/110/CE, in piena corrispondenza con il Codex alimentarius (1981), è limpida e drastica nella definizione del prodotto; il termine «miele» è riservato al prodotto definito nell'allegato I, punto 1: «Il miele è la sostanza dolce naturale che le api (apis mellifera) producono dal nettare di piante o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze secrete da insetti succhiatori che si trovano su parti vive di piante che esse bottinano, trasformano combinandole con sostanze specifiche proprie, depositano, disidratano, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell'alveare». Nell'allegato 2, al punto II, si precisa: «Al miele immesso sul mercato in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo umano non è aggiunto alcun ingrediente alimentare, neppure gli additivi, e non è effettuata nessun'altra aggiunta se non di miele (...)»

In alcune parti del mondo, in particolare in Cina, è diffusa la prassi di raccogliere miele immaturo con alto contenuto di acqua, che viene poi conferito alle fabbriche che provvedono a lavorarlo, filtrarlo e deumidificarlo. Questo prodotto viene quindi portato nelle “fabbriche del miele”: qui sono gli uomini, non le api, a “lavorarlo filtrarlo e deumidificarlo”. L’essiccazione e la maturazione avvengono dunque al di fuori dell’alveare. Dal processo di essiccazione e maturazione in fabbrica deriva un prodotto privo di alcune delle componenti caratteristiche del miele.
Tutti processi che ottengono “un prodotto privo di varie delle componenti caratteristiche del miele”, che spiega come questo modo di agire sia qualificabile come “frode alimentare”.

E quindi, anche gli importatori che acquistano miele dalla Cina, corrispondente ai locali standard produttivi, e lo commercializzano in Europa, quale prodotto invece rispondente alla suddetta direttiva realizzano una grave e incomprensibilmente indisturbata frode alimentare.

Queste gravi vicende sono state segnalate da tempo dalle principali associazioni e consorzi del settore come Uaapi e Conapi, per non parlare di un'altro metodoso per produrre il “miele” come quello ricavato dallo sciroppo di riso o zucchero, a cui verrebbe aggiunto un po’ di polline e diversi aromi. In questo modo il “miele” diventa un prodotto da laboratorio. Una pratica vietata dalla legge in Europa che rimane alquanto indifferente.


Per tutte queste ragioni ho proposto un'interpellenza urgente al Ministro Centinaio per chiedere "quali iniziative intenda mettere in atto rispetto all'invasione del miele cinese al fine tutelare un settore strategico quale quello dell'apicoltura italiana e i milioni di consumatori che chiedono un prodotto rispondente ai più elevati standard qualitativi e nutrizionali."


Di seguito vi riporto la risposta di
ALESSANDRA PESCE, Sottosegretaria di Stato per le Politiche agricole alimentari, forestali e turismo e la mia replica: "Signor Presidente, onorevoli deputati, la tutela dei nostri prodotti agroalimentari è una delle priorità che il Governo intende perseguire, non solo a tutela dei vari comparti produttivi, ma anche a vantaggio dei consumatori, che attraverso un'etichettatura corretta e trasparente possono operare una scelta consapevole.
In tale direzione, il Ministro Centinaio ha inteso potenziare il sistema dei controlli per contrastare le frodi anche nel settore apistico. L'autorevolezza dei controlli ministeriali è riconosciuta a livello globale. Con oltre 53.000 controlli svolti nel 2017, l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari, l'ICQRF, organo tecnico di controllo del Ministero, istituzionalmente preposto alla prevenzione e repressione degli illeciti nei diversi settori del comparto agroalimentare, si è confermato il punto di riferimento dei controlli sul food a livello italiano e internazionale.
Ciò premesso, rilevo che, nel panorama dell'agricoltura italiana, il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo riconosce al settore apistico una valenza di primaria importanza, anche per la sua importanza nell'impollinazione di numerose coltivazioni e quale indicatore dello stato ambientale del territorio nazionale. Infatti, per lo sviluppo e l'incremento del settore, nel corso degli anni, il Ministero si è fatto promotore di una serie di iniziative, tra cui ricordo l'introduzione dell'obbligo dell'indicazione del Paese di origine in etichettatura e l'elaborazione e il coordinamento dei programmi apistici nazionali, cofinanziati dall'Unione Europea nell'ambito delle OCM. Va evidenziato che nella proposta per la nuova PAC, il settore apistico è l'unico che raddoppia le proprie risorse, effettivamente a sostegno della qualità e del rafforzamento della produzione. Peraltro, per l'incremento delle produzioni e la salvaguardia delle api, lo scorso settembre, il Ministro Centinaio ha sottoscritto l'intesa nazionale delle buone pratiche agricole. Ciò posto, ricordo che le caratteristiche di composizione del miele sono stabilite, come ricordato, dall'allegato 2 della direttiva 2001/110/CE, recepita nel nostro ordinamento con decreto legislativo n. 179 del 2004.
Riguardo alla problematica connessa all'aumento delle importazioni dalla Cina e dal sud-est asiatico di miele di scarsa qualità mercantile o di analoghi derivati illecitamente spacciati per miele, faccio presente che l'ICQRF effettua sul territorio nazionale controlli sia sulla produzione che sulla commercializzazione di mieli di diversa origine botanica (uniflorali e millefiori) e diversa regime origine geografica (Stati membri dell'UE e Paesi terzi); per i mieli biologici sono previste anche analisi specifiche tese ad evidenziare la presenza di residui di prodotti fitosanitari non consentiti in tale metodo di produzione. L'Ispettorato esegue altresì indagini analitiche specialistiche mirate all'individuazione di zuccheri esogeni attraverso tecniche isotopiche IRMS (isotope ratio mass spectrometry) anche con il supporto dell'Istituto di ricerca internazionale con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, nell'ambito di specifiche convenzioni di collaborazione.
Rilevo inoltre che nel 2015, con la raccomandazione C (2015) n. 1558 del 12 marzo 2015, è stato concordato un piano di controllo coordinato, da attuare contemporaneamente nei territori degli Stati membri, per svelare pratiche fraudolente nei prodotti ittici e del miele. Nel corso degli ultimi anni, dal 2016 all'Agosto di quest'anno, l'ICQRF ha eseguito sul prodotto in esame 330 controlli e ha analizzato 235 campioni, di cui il 6,4 per cento è risultato irregolare. Gli illeciti riscontrati hanno riguardato prevalentemente l'utilizzo di un'etichettatura irregolare per l'utilizzo di locuzioni ingannevoli o omissioni di indicazioni obbligatorie, il mancato adempimento degli obblighi di rintracciabilità, l'indebito uso commerciale di una denominazione protetta e l'illecito utilizzo di zuccheri estranei nella produzione di miele. Nei mieli di agricoltura biologica gli illeciti rilevati hanno riguardato anche la presenza di residui fitosanitari, nonché di caratteristiche organolettiche e microscopiche anomale, in quanto alterate per fermentazione.
Assicuro che il Ministero intende rafforzare ancora di più il sistema dei controlli, anche rispetto ai mieli di importazione, a tutela del settore e dei cittadini."

PAOLO PARENTELA (M5S): "Grazie, Presidente. Sono lieto di raccogliere l'impegno del Governo su un settore che da anni il MoVimento ha messo tutto il suo impegno per tutelare e promuovere. Quindi, non posso che ritenermi soddisfatto anche sulla volontà di proseguire quest'impegno verso un'etichettatura chiara e trasparente, in modo appunto che i cittadini possano operare una scelta chiara e consapevole. Su questa partita potrebbe giocare un ruolo strategico la volontà, come ha annunciato il Governo, anche di inserire un'indicazione in etichetta di un logo nazionale per le produzioni biologiche legate alle materie prime. Pur avendo una produzione italiana di qualità, più della metà dei prodotti apistici, anche come la pappa reale e il polline, che sono venduti in Italia, provengono in realtà dall'estero. Tuttavia, non sempre questo dato è messo a disposizione del consumatore. Quindi, la politica non deve fare altro che spianare la strada verso questo percorso di trasparenza e di consapevolezza.
Conosciamo anche l'autorevolezza delle attività di controllo, che svolgono l'ICQRF e tutte le autorità competenti, a cui riconosciamo un grandissimo impegno, che è riconosciuto in tutto il mondo. Siamo anche soddisfatti del fatto che si voglia rafforzare questo modello anche con l'utilizzo di indagini innovative e specialistiche, con il supporto, come è stato detto, dell'Istituto di ricerche internazionali, per rintracciare, come è stato affermato, illeciti, come ad esempio l'utilizzo di zuccheri estranei nella produzione del miele.
Quindi, l'impegno del MoVimento e del Governo sarà costante non solo per il comparto apistico, che dà un'opportunità anche di lavoro a migliaia di agricoltori e apicoltori italiani, ma anche per la conservazione di biodiversità, degli ecosistemi, e quindi la trasmissione di vita sul pianeta. Una priorità per la quale è urgente investire anche sulla ricerca applicata, con la collaborazione degli apicoltori, quindi con le nostre care api, che sono tantissime nel nostro territorio e devono continuare a svolgere questo importante ruolo di sentinella della biodiversità italiana."


Di seguito vi riporto alcuni servizi trasmessi anche nelle reti nazionali:

➭ Miele cinese, gli apicoltori ungheresi e sloveni chiedono divieto di vendita in Ue



➭ Sarà vero? Sarà falso? Sarà miele?
*di Striscia la Notizia:

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